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Uomini e bestie vengono immortalati nel momento esatto in cui cedono qualcosa alla loro natura, esistenze in trasformazione che reagiscono alle sollecitazioni in modo vitale e ferino. Domatori, cacciatori improvvisati, attori e personaggi dimenticati, avanzi di romanzi in cerca di senso, dame di cortesia, vecchi camerieri, insetti lucifughi, bande di cani, di adolescenti e coppie che inseguono perdutamente l'incontro. Un almanacco di alterazioni in cui la lingua è lo strumento che registra e contemporaneamente provoca. In "Essere un'orca e altre specie" i racconti diventano delle zone franche in cui le creature si incontrano e scontrano sforzandosi di rimanere entro il sottile confine di chi li definisce. L'orca, che dà il nome al libro, è in realtà un delfino in cattività che sogna di essere altro, e altrove, mentre in preda a un delirio onirico si atteggia come il più feroce dei cetacei. Orca e delfino sono due creature che insieme riassumono perfettamente questa ambiguità esistenziale: appartengono alla stessa famiglia ma hanno nature opposte.